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CHI ERA COSTUI
Arturo Toscanini

Arturo Toscanini nasce a Borgo San Giacomo (oggi Rodolfo Tanzi), un quartiere popolare, abitato da gente di estrazione povera e politicamente impegnata nel movimento patriottico. Il padre Claudio Montani, sarto e corista, di tendenze garibaldine , ebbe una profonda influenza sugli ideali e sul carattere del figlio.

A 11 anni Arturo Toscanini entra al conservatorio di Parma nella scuola di violoncello, e già nel 1884 suona nel "Lohengrin". Nel 1885, a diciannove anni, si diploma con lode al conservatorio. Nel 1886, parte in tournée come violoncellista, in Brasile a S. Paolo e a Rio, con l'orchestra dell'impresa Claudio Bianchi, una compagnia creata per una stagione d'Opera italiana. Gli orchestrali contestarono il direttore brasiliano Miguez che abbandonò il podio e sollecitarono Toscanini a dirigere l’orchestra: un trionfo con "Aida", "Rigoletto", "Trovatore" e "Faust".

A soli vent'anni, conquista il pubblico e l'imperatore del Brasile. In Italia, nel 1892 torna a dirigere per il "Wally" e la prima mondiale dei "I Pagliacci" di Leoncavallo, al Teatro Dal Verme di Milano e "Cristoforo Colombo" a Genova. Nel 1895, al Teatro Regio di Torino, conduce il "Tristano" e "Il crepuscolo degli dei".

L'anno seguente è nominato direttore d’orchestra del Teatro Regio ed esordisce con la "Bohème". Nel 1897, sposa Carla de Martini, dalla quale avrà quattro figli. All’età di trentuno anni nel 1898, lascia il Teatro Regio, per diventare Direttore Artistico della Scala che dirigerà per varie stagioni, tra il 1898 ed il 1903 e tra il 1906 ed il 1908, riformando la linea artistica ed amministrativa del Teatro. Offre al pubblico le prime in Italia del "Siegfried" di Wagner, "Eugene Onegin" di Tchaikovsky, "Salomé" di Strauss, Pelléas et Mélisande di Debussy, e numerose sinfonie di giovani talenti coevi come Debussy, Strauss e Sibelius. Nel suo repertorio, introduce il Tristano di Wagner e la Tosca di Puccini, Louise di Charpentier e le opere di Mascagni, Giordano, Cilea, Franchetti, e di altri compositori italiani, riprendendo una serie di brani del repertorio di Verdi.

Il 26 febbraio 1902, Arturo Toscanini dirige le voci del coro del "Va pensiero" per la traslazione delle salme di Verdi e della Strepponi. Lascerà la Scala per diventare Direttore d’orchestra della Metropolitan Opera Company a New York, dal 1909 fino al 1915: esegue la prima mondiale della "Fanciulla del West" di Puccini, interpretata da Caruso, la prima americana di "Boris Gudinov" di Mussorgsky, ed importanti revival quali "Orfeo ed Euridice" di Gluck, "Euryanthe" di Weber e numerosi brani della fine del XIX secolo come opere di Giordano, Montemezzi, Wolf-Ferrari e Dukas. Durante la prima guerra mondiale Toscanini si spinge quasi in prima linea sul fronte. Dal 1920 fino al 1929 torna per la terza volta a dirigere la Scala. Dopo un anno di lavoro preparativo, presenta il "Boris Gudinov" di Mussorgsky, "Debora e Jaele" di Pizzetti, "Belfagor" di Respighi e "Nerone" di Boito.

Toscanini con l'Orchestra della Scala partirà in tournée in Italia, in Svizzera, Vienna, Berlino fino al Nord America dove registrerà per la prima volta un disco per la RCA Victor. Nel 1928 è nominato direttore stabile della Filarmonica di New York fino al 1936. Il suo rifiuto per il fascismo lo spinge sempre di più a lavorare all'estero.

A Bayreuth nel 1929 fu l'unico direttore d'orchestra non tedesco a condurre Wagner.

A capo della Filarmonica di New York viene in Europa nel maggio 1930.

A Bologna, nel 1931 è assalito da alcuni fascisti per essersi rifiutato di dirigere l’apertura di una serata ufficiale e da allora non tornerà più in Italia. Dopo l’ascesa al potere di Hitler, Toscanini protesta contro la persecuzione degli ebrei in Germania rifiutandosi di partecipare una seconda volta a Bayreuth; debutta con la Filarmonica di Vienna, poi con la BBC Symphony a Londra e al Festival di Salisburgo.

la copertina del Time

Nel 1937 come atto di dimostrazione politica, parte in Palestina a proprie spese, per dirigere l'Orchestra Sinfonica di Palestina a Tel-Aviv, Jerusalem e Haifa e realizza delle tournées in Egitto ad Alessandria e al Cairo. Lasciato il festival di Salisburgo per ragioni politiche, nel 1938, è coinvolto nella realizzazione del Festival di Lucerna. Nel 1937 assume la direzione dell'Orchestra della National Broadcasting Company di New York, (NBC), costituita appositamente per lui, e con la quale alla vigilia di Natale dello stesso anno, realizza la prima radiodiffusione ed inizia una volta alla settimana ad offrire al pubblico americano il suo repertorio: un totale di 117 opere di 53 compositori e 480 sinfonie di 175 compositori.

In esilio, nel 1939, Arturo Toscanini prende la residenza a New York e tornerà in Italia solo nell’Aprile 1946. Di quel periodo ricordiamo la direzione del “Deutsches Requiem” di Brahms, registrato nel gennaio del 1943 con il Westimister Choir e la NBC Symphony Orchestra. Una performance artistica a 75 anni, che conquista le anime ed intona con severità e rigore le note di Brahms, sottolineando lo spirito terrificante della Seconda Guerra mondiale. Finita la guerra, l’11 maggio del 1946, ritorna in Italia per l’inaugurazione del Teatro della Scala, ricostruito dopo i bombardamenti e dirige il terzo atto della "Manon",  il prologo del "Mefistofele", il coro del "Nabucco" e il "Te deum" di Verdi. Il 5 dicembre 1949 viene nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, ma il giorno seguente rinuncia alla carica, rimanendo tuttavia Senatore a vita.

Il 4 aprile 1954, all’età di 87 anni, dà il suo ultimo concerto e l'addio definitivo alla carriera artistica. In seguito si dedica alla sistemazione delle sue incisioni con la NBC Symphony a New York.
Il maestro si spegne a Riverdale, nel Bronx, il 16 gennaio1957, e viene sepolto al Cimitero Monumentale di Milano. Le sue collere rimangono ben note al pubblico internazionale, come anche il suo metodo rigoroso e appassionato nella Direzione d’Orchestra. Toscanini ha dato un apporto decisivo alla cultura musicale italiana introducendo nel repertorio opere tedesche, francesi e russe, raramente o mai prima eseguite. Toscanini rimane l’insuperabile maestro di stile nelle interpretazioni delle opere di Giuseppe Verdi e nelle sue esecuzioni sinfoniche della prima metà del Novecento.

Hanno detto di lui:

"Solo in questi ultimi tempi, sono comparse un buon numero di lettere inedite che hanno spinto immediatamente il biografo Harvey Sachs a scrivere un libro con importanti epistole, dalle quali risultano una infinità di lettere che Toscanini scrisse alle sue amanti. Oltre a quelle scritte a Rosina Storchio, quelle alla cantante americana Geraldine Farrar e ad Elsa Kurzbuer, le più numerose sono le lettere per Ada Colleoni, una pianista sposata al violoncellista Enrico Mainardi, della quale fu amante per sei anni. La storia, dopo sei anni, finisce nel 1939, perché Toscanini odiava il nazismo e si rifiutava di suonare in Germania, dove si esibivano Ada e il marito".  (Harvey Sachs  “The Letters of Arturo Toscanini”, ed. Alfred A. Knopf).

"Toscanini fu presto eletto primo direttore d’orchestra di talento internazionale, che s’interessava altrettanto ai suoi interessi domestici, quanto a quelli sinfonici ed operistici, classici e moderni. Eseguì Wagner con passione e rigore intellettuale così come autori che Wagner odiava come Verdi e Brahms. Nel Teatro Lirico, che fu spesso ostaggio dei singoli cantanti e dei loro capricci, Toscanini impose gradualmente un sistema in cui tutti gli elementi, solisti, coro, orchestra, movimenti del palcoscenico, scene, costumi e luci avessero il massimo delle attenzioni, alfine di contribuire a realizzare l’Arte Totale così come fu teorizzata da Wagner. Allo stesso tempo pretese una maggiore specializzazione dei musicisti orchestrali nell’esecuzione". (Harvey Sachs  “The Letters of Arturo Toscanini”, ed. Alfred A. Knopf).

"Puccini invia a Toscanini un panettone per Natale;  subito dopo si ricorda che in quel periodo non si parlano e gli invia un telegramma 'Panettone mandato per errore. Puccini'. Arriva la risposta: 'Panettone mangiato per errore. Toscanini'". Biografia di Puccini.

"Caro Arturo, tu mi hai dato la più grande soddisfazione della mia vita. La Manon nella tua interpretazione è al di sopra di quanto io pensai a quei tempi lontani. Tu hai reso questa mia musica con una poesia, con una 'souplesse' e una passionalità irraggiungibili. Proprio ho sentito iersera tutta l'anima tua grande e l'amore per il tuo vecchio amico e compagno nelle prime armi. Io sono felice perché tu hai sopra tutti saputo comprendere tutto il mio spirito giovane e appassionato di trent'anni fa! Grazie dal profondo del mio cuore! (...)" (G. Puccini a Arturo Toscanini, Milano 2 febbraio 1923, in: E. Gara, Carteggi Pucciniani, Ricordi, 1958).

"Toscanini - chi non lo sa? - era celebre non soltanto per il suo magistero d'arte; ma anche per il suo carattere un po' difficiletto, per la estrema severità di certi suoi giudizi, e anche perché, se gli capitava di ascoltare e vedere musiche inedite, il più delle volte erano guai per gli autori, che quasi sempre ne uscivano malconci". (Adriano Lualdi, Diario IV, Primo Incontro, Con Arturo Toscanini, in “Tutti Vivi”, Dall’Oglio editore 1955).

"Arturo Toscanini, aveva impresso alla musica una formidabile tensione morale". (Riccardo Muti, in: Un certo silenzio, Filippo Facci, Il Foglio, 2 aprile 2005).

"La militare esattezza, il ferreo ritmo, tutto scorre rigido e senz'anima, la meccanica e martellante scansione, la mancanza di elasticità ritmica, quell'esattezza pedante che nulla ha a che fare con la precisione". (Wilhelm Furtwangler, “Toscanini in Deutschland”).

"Il maestro mi ha voluto molto bene. Lo incontrai a Milano alla fine degli anni Quaranta. (...) Non avevo il coraggio di farmi vedere da Toscanini anche se desideravo moltissimo conoscerlo. Ero però amico di Wally, la figlia di Toscanini, che un giorno mi telefonò dicendomi: 'Papà vuole vederti'. Andai nella loro casa (..). Pochi giorni prima avevo diretto un'opera alla radio e Toscanini, quando mi vide, mi disse: 'Ho sentito l'opera alla radio, non la conosco, ma i tempi erano giusti'. Fu subito cordialissimo. Sembrava che ci conoscessimo da sempre (…) Quando dirigevo, veniva alla Scala, spesso anche alle prove, mi dava consigli, si discuteva insieme. (…) Era un grande direttore, un vero 'servitore' della musica, è stato lui a insegnarci a  rispettare gli spartiti, ma era anche un grande uomo, che non si è mai servito della musica per interessi personali". (Renzo Allegri, intervista con Carlo Maria Giulini, Milano estate 1994, mensile musicale giapponese “Ongaku No Tomo”).

Ad Arturo Toscanini
Per il «Nerone» di Arrigo Boito

Sei tu il fuoco? ... Sei tu l'occulto fuoco,
II terribile fuoco ulteriore?
Sei tu il rogo, e nel gran cerchio di ardore
Sei tu l'eroe che per la sfida invoco?
Parli tu al tuon che squassa il ciel di croco
Delle Valchirie, sogni tu il clangore
Delle trombe di Dio, sei tu il fulgore
Sideral che attraversa l'aer fioco?
Vedi tu i gorghi spalancarsi, quando
Scuoti nel pugno la ruggente orchestra
Come un vessillo ed un trionfai brando?
Trïonfal spada, esci nel sole, in alto
Riscintillando e fulminando a destra
E a manca, ultrice Iddia nel novo assalto!
(Torino, 23 aprile 1900)
Giovanni Camerana

Marzio Pieri, Biografia della poesia, Sul paesaggio mentale della poesia italiana del Novecento (1979). Seconda Edizione, Volume II . 

Libri:
Luciana Trassati, "Il maestro. Arturo Toscanini e il suo mondo", ed. La Bottega di Erasmo, Torino, 1967.
Harvey Sachs,  “The Letters of Arturo Toscanini”, ed. Alfred A. Knopf.
Harvey Sachs, "Nel mio cuore troppo d’assoluto. Le lettere di Arturo Toscanini", Garzanti,  Milano, 2003.
 

Film
“Il giovane Toscanini”, Regia di Franco Zeffirelli, Italia Francia, 1988.
 

Siti:

www.fondazionetoscanini.it

www.toscaninionline.com

www.museotoscanini.it

www.fondazione-toscanini.it